DISCLAIMER: Codex Venator è una campagna condivisa per Dungeons & Dragons 5° Edizione, creata da Andrea Lucca, Alex Melluso ed Enrico Romeo. L’ambientazione tratta temi quali razzismo; misoginia; violenza esplicita; estremismo religioso; esperimenti su creature viventi; abuso di potere; limitazioni alla libertà personale e occultismo. Non si tratta di un’ambientazione dalle tematiche leggere e, per questo motivo, è bene che la lettura sia riservata ad un pubblico adulto.
In nessun caso gli autori di questi racconti, delle avventure di Codex Venator o di altro materiale da esso derivato intendono appoggiare o giustificare comportamenti illegali e lesivi della dignità delle persone.
L’Ordo Fabularis ringrazia la Magister Sermonis Alice Gritti per aver corretto il racconto.

Il mio nome è Eryn Michaela Rodocanacchi e dimostro una trentina degli anni degli uomini, ma appartengo alla nobile stirpe degli elfi ed abito su questa terra da prima che molti dei miei compagni Cacciatori nascessero.
 Ricordo Livorno, la mia città, quando era solo un minuscolo agglomerato di capanne, il profumo del mare ovunque… Poi, sono arrivati gli abomini.

Livorno – Alba del 17 Gennaio 

Non ho mai tenuto un diario.
Mi sono sempre vista come un animo eccessivamente mutevole per riuscire a stenderne uno che possedesse un minimo senso, tuttavia, dopo stanotte, sarà per la caducità dell’esistenza, per il pericolo scampato o l’Innominato sa che cosa, anche io avverto improvvisa la necessità di tramandare quelle vicende di cui sono venuta a conoscenza.

Sarò sincera. A permettermi di scrivere è la speranza che qualcuno, trovando queste mie, un giorno comprenda quanto siano pericolosi i sentimenti più bassi che muovono gli uomini. Questo pensiero mi dà il coraggio di addentrarmi per le lande oscure che la mente può raggiungere.  

All’alba di un nuovo giorno, dopo la notte di quella che è stata la battaglia più difficile nella quale mi sia trovata coinvolta come Cacciatrice, indosso ancora l’armatura ed il fetore della battaglia. Non nego a me stessa che vedere così tanti dei miei fratelli in arme cadere, pensare ai cari lasciati all’interno di mura che si credevano invalicabili ed invece non lo sono, è qualcosa che neppure l’animo di chi è stata cresciuta per la Caccia sopporta con lo stoicismo che ci si aspetterebbe. 

La notte appena trascorsa è stata una lunga corsa nell’oscurità. Forse solo per il volere più alto di Colui a cui affidiamo le nostre anime non si è rivelata vana.  La cruda realtà è che siamo impotenti dinanzi al male… Dobbiamo tutto all’arrivo salvifico dell’Inquisitore Capo, il quale ci ha fornito del tempo per tentare un’ultima disperata sortita, uniti davanti alla fine come da settimane non siamo più stati. 

Livorno è perduta, perduta nel dissidio e nel tradimento, annegata nel sangue di gente innocente ed invasa da quei mostri che tutti noi combattiamo, eppure una piccola luce ancora resta accesa, come un faro posto a confine con l’oblio;  per quanto io sia ancora stupita nel dirlo a me stessa, questa luce è sicuramente la fede. 

Che cosa ridicola… rileggendo le mie ultime righe sembra quasi di udire la voce di Nicodemo pronunciare uno dei suoi infiniti sermoni sul Dogma!

 Ho sempre trovato il suo zelo cieco eccessivo e sciocco, per un umano dotato di intelligenza. Neppure noi Elfi (che, stando alle leggende, abbiamo visto sorgere la prima alba del mondo) siamo capaci di affidare la nostra sopravvivenza a qualcosa di invisibile, tuttavia sembra l’unica soluzione praticabile. Quasi sicuramente la prossima sarà una missione al martirio. Nessuno di noi era a conoscenza di ciò che il Duomo della Città cela nelle proprie profondità e niente ci è stato comunicato, come al solito, quasi che a noi Cacciatori debba essere preclusa la conoscenza. 

Troppo spesso mi sono domandata se fossimo delle mere pedine in un gioco più grande, nient’altro che carne da mandare al macello. È sicuramente il mio animo diffidente a porsi così tanti interrogativi piuttosto che agire, ma sono una donna di scienza, non solo un animale da combattimento, ed ambedue i lati fanno parte di me, che io lo voglia o meno. 

La sola cosa di cui ho la certezza è che non arretrerò permettendo che qualcun’altro rischi tutto al posto mio. L’ho compreso proprio stanotte, davanti a quell’immonda voragine, infiltrata in quel mare di umani senza senno pronti a sacrificare se stessi in nome di… di cosa? Come può un essere pensare di essere più utile morendo, al solo scopo di diffondere il caos? Non c’è davvero niente che leghi queste persone alla terra ed alla vita, se non alla propria Città, il cui bene dovrebbe porsi sopra al bene individuale. Soltanto restando uniti abbiamo qualche speranza, ma i più sembrano incapaci di comprenderlo. 

Persino nel buio dei tunnel e col pericolo alle porte noi Cacciatori non riusciamo a restare uniti, a fare lavoro di squadra per il bene. Ho visto Cacciatori arretrare, sparire adducendo i motivi più disparati e riapparire, tremo al solo ricordo, sotto forma di abominio essi stessi! Come potremo salvare la Città e noi stessi rimane un mistero… Eppure possiamo soltanto continuare ad andare incontro alla morte, forse alla redenzione, magari alla conoscenza. 

Non ho paura, è difficile che io ne provi di reale, sono solo preoccupata dell’ineffabile e dell’imperscrutabile che si accompagna sempre con la Caccia.  Pregate per noi se potete. L’innominato ci protegga tutti.

L’inquisitore chiama, e con egli il destino, sempre che esista. Non c’è più spazio per le parole, adesso giunge il tempo della spada. 

                                                                                                               Eryn 

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