DISCLAIMER: State per leggere dei capitoli off season, scritti mentre la Casa dei Giochi di Milano era chiusa per importanti lavori di manutenzione. Ho deciso di inserirli per dare ai lettori una maggiore comprensione dell’uomo Guido Trivulzio.
Magister Memoriae

Le fiamme abitavano ancora gli incubi di Guido. Il portavoce della famiglia Trivulzio aveva provato tutto ciò che gli era venuto in mente per scacciarle: Il vino non riusciva a spegnere il fuoco; la confessione non offriva sollievo alla sua anima e le pozioni dello speziale fallivano nel dargli sostegno. Per scappare ai suoi incubi dormiva poco e cercava di sfiancarsi durante il giorno. La mancanza di riposo lo portava ad alzarsi di malumore e a non vedere miglioramenti con il passare delle ore.

Quella mattina fu peggio. Molto peggio. 

«Guido!»

Il sonno di Guido venne interrotto da un messo degli Anziani e dal suo fastidioso bussare alla sua porta.

«Guido!»

Lo scocciatore doveva essere un ragazzo, o poco più. La sua voce tradiva la giovinezza e la sconsideratezza con cui chiamava il suo nome. Gli Anziani sapevano che Guido non se la sarebbe presa con lui, poiché ai giovani Trivulzio veniva insegnato l’orgoglio prima che l’educazione. Ambasciator non porta pena. Gli Anziani convocavano e lui doveva rispondere, a prescindere dall’ora o dal giorno. Tutte queste buone ragioni non lo fermarono…

«Guid…»

«Che c’è?»

La porta si era spalancata, rivelando il corpo bruciato dell’uomo. Si era alzato di corsa, infastidito dalla chiamata, e non si era curato di coprire i resti di quello che un tempo era Guido Trivulzio. Nel rivolgersi al giovane messaggero degli Anziani aveva ringhiato, lasciandosi sfuggire più rabbia di quella che non avrebbe dovuto, o voluto, mostrare.

«Io…»

Gli occhi del giovane erano terrorizzati. A memoria di Guido, non erano molte le persone all’interno della famiglia ad averlo visto così. Il ragazzo probabilmente non aveva capito che l’uomo stesse dormendo e si aspettava di trovarlo presentabile.

«Io…»

«Alessio, un Trivulzio non tentenna in questo modo.»

Sentenziò Guido, tentando di riportare il giovane alla realtà. Purtroppo per lui, Alessio necessitò di qualche minuto prima di tornare in sé. 

Per offrire tempo al paggio di riprendersi, Guido si voltò e si diresse verso i vestiti. Passò davanti al suo specchio. Non lo guardò. Non lo guardava mai da quella Caccia. Mentre l’uomo finalmente indossava delle brache atte a coprirlo, Alessio si permise di fare qualche passo nella sua stanza. Austero come il suo padrone, l’alloggio di Guido aveva pochissimi orpelli e offriva ben poche comodità rispetto alla vita degli altri Trivulzio. Solo un quadro, gettato o caduto a terra, attirò l’attenzione di Alessio. Il dipinto ritraeva un uomo alto, dai capelli ricci e gli occhi verdi. Il viso ben definito lo identificò come Guido prima dell’incidente.

“Perché è a terra?”

Si chiese Alessio, chinandosi silenziosamente per raccoglierlo.

«Perché mi hai disturbato?»

La voce di Guido arrivò alle orecchie del giovane distorta dall’elmo, dandogli una sensazione di familiarità. Quando si voltò verso l’uomo, si accorse di come avesse indossato la cotta di maglia, l’elmo e i pantaloni. Aveva cercato di rendersi presentabile, sebbene Alessio non sapesse se l’avesse fatto per lui o per sè stesso.

«Gli Anziani ti convocano, Guido. Si aspettano di vederti quanto prima»

Il giovane aveva ritrovato all’istante la sua compostezza e rammentato il suo ruolo, ergendosi come un messo di coloro che guidavano la famiglia Trivulzio. Guido annuì in segno di comprensione.

«Aiutami ad indossare l’armatura e potrai condurmi tu stesso da loro.»

Forse un po’ a malincuore, Alessio spese i successivi minuti ad assistere Guido mentre si preparava per la battaglia. Da quando il cerusico aveva detto che non si potesse far niente per il suo aspetto, se non aspettare il rituale della Rimembranza, Guido si mostrava sempre così. Il fatto che il giovane lo avesse visto nudo rappresentava tutto il fastidio suscitato nell’uomo.

Quando anche l’ultima delle spade fu ben allacciata, il cavaliere fece un cenno silenzioso al giovane di fargli strada. Per i lunghi corridoi che separavano il luogo di ricevimento degli Anziani dagli alloggi del resto della famiglia, Alessio viaggiò con un fantasma.

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