DISCLAIMER: State per leggere dei capitoli off season, scritti mentre la Casa dei Giochi di Milano era chiusa per importanti lavori di manutenzione. Ho deciso di inserirli per dare ai lettori una maggiore comprensione dell’uomo Guido Trivulzio.
Magister Memoriae

«Ah, Guido. Finalmente!»

Un intenso odore di incenso e il compiacimento degli Anziani accolsero l’ingresso del cavaliere che, senza dire una parola, avanzò fino al centro della stanza e si inchinò, attendendo. Solitamente, gli Anziani concedevano di alzarsi poco dopo aver ascoltato gli ossequi.

«Ti abbiamo convocato per parlare del nostro ospite.»

Quella volta non fu così. Guido comprese subito che ci fosse qualcosa nell’aria. Gli Anziani parlavano a turno, spesso e volentieri completando il pensiero dell’altro. Conoscevano molte cose e, grazie alla loro saggezza, si assicuravano che la famiglia Trivulzio non commettesse sciocchezze o errori.

«La nostra Famiglia è stata così fortunata da ricevere la visita di un maestro d’arme del Dogma. Un crociato si trova tra noi!»

L’Anziano non nascose il suo compiacimento alla notizia. Di tanto in tanto qualcuno riceveva l’addestramento da uno dei crociati del Dogma ma, di solito, questo significava pericolo imminente o una crociata all’orizzonte. La situazione preoccupò Guido.

«Vogliamo che tu sia il primo, tra i nostri cacciatori, a sottoporti all’addestramento.»

Il cavaliere alzò la testa, dubbioso e pieno di perplessità.

«È un grande onore, non ne dubito. Tuttavia io sono già stato addestrato alla battaglia. Non voglio far perdere tempo a nessuno. Forse qualcuno dei più giovani potrebbe beneficiare più di me…»

Lo scettro dell’Anziano battè sul pavimento con forza, richiamando al silenzio il cavaliere.

«Non sei la guida dei Trivulzio, Guido, nonostante ti piaccia pensare il contrario. I tuoi giochi infantili con le altre Famiglie, perché tali sono ai nostri occhi, non ci interessano. Quello che ci preme sapere è se il nostro Portavoce obbedisca ai Trivulzio, e dunque a Noi, o a se stesso. Fuori da questa stanza, puoi conservare tutta l’insubordinazione che preferisci.»

Quelle parole sferzarono il cavaliere. Se avesse potuto, in quel momento avrebbe lasciato che la sua rabbia eruttasse con la stessa forza di un vulcano. Ogni giorno rischiava la vita per la famiglia Trivulzio, la sua lealtà non doveva essere messa in discussione. Gli Anziani non avrebbero dovuto osare! Non potevano…

«Comandate ed eseguirò, Miei Signori.»

Guido aveva sentito lo sguardo degli Anziani su di sè e valutato i pro e i contro della sua rabbia. Alla fine, come sempre, i saggi che guidavano la famiglia Trivulzio lo piegarono al loro volere.

«Bene. Molto bene, Guido. Sembra che potresti esserci ancora utile. Incontrerai il maestro d’arme tra un’ora nel cortile delle reclute. Aspettiamo il suo rapporto entro il calare del sole. Se, come sostieni, sai già il fatto tuo in battaglia, dovresti fare grandi progressi in un solo giorno.»

In quella frase c’era più scherno che sfida. Guido conosceva bene l’opinone che gli Anziani avevano di lui, specialmente dopo che le fiamme avevano preso il suo precedente aspetto, ma cercava costantemente di non dare a vedere quanto mal sopportasse il loro disgusto.

«Come desiderate, Miei Signori»

«Sei congedato, Guido»

La voce paternale dell’ultimo degli Anziani, che fino a quel momento era stato insolitamente silenzioso, gli permise di andarsene. Il cavaliere si alzò, fece un piccolo inchino e si voltò, diretto verso l’uscita.

«Ah, quasi dimenticavo. Guido…»

Lo stesso uomo richiamò la sua attenzione mentre si apprestava ad uscire.

«Pensiamo che possa essere giunto il momento per te di trovare moglie. Comincia a riflettere sulla questione»

La voce paternale era divenuta d’un tratto annoiata, come se l’uomo stesse parlando di qualcosa di particolarmente poco interessante. Guido si voltò e se ne andò senza rispondere. Sentiva le fiamme dell’odio montargli in petto. Gli Anziani volevano chiaramente umiliarlo con un fallimento dopo l’altro. Con un aspetto così, quale donna avrebbe mai potuto sposarlo?

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