Erik, figlio mio,
La Famiglia Beccaria ci ha duramente colpito. Grazie alle loro conoscenze negli alti ranghi del Dogma hanno infamato il nome della nostra nobile Famiglia. Difatti i nostri cari Venceslao e Saphira sono stati messi alla pubblica gogna con accuse infami e infondate, ma non ti preoccupare, prima che tu sia di ritorno dal tuo addestramento avremo già estirpato questo radicato male dalla nostra Città.
Parlando invece della Caccia, o meglio, della missione che il Dogma ci ha affidato, siamo stati mandati ai confini della nebbia scortando una carrozza blindata che fungeva da trasporto per un ambasciatore. Insieme a me hanno viaggiato il caro Venceslao, Aura (una Maat), e due esponenti della famiglia Mezzabarba: Cristoforo, che avevo già avuto il piacere di conoscere durante gli eventi della biblioteca*, e Cesare, a cui abbiamo affidato il compito di guidarci durante questa spedizione.
Non siamo stati mandati soli però. Oltre a noi e alla carrozza erano presenti anche un funzionario del Dogma con un suo adepto e ben 4 guardie del Dogma. A detta dell’Inquisitore la missione diplomatica era di estrema importanza: l’ambasciatore, che era giunto direttamente dalla Città Eterna, doveva giungere il prima possibile ai confini della nebbia, a nord oltre i monti. Sarebbe sicuramente stato un viaggio assai difficile.

Devo dirti, figliolo, che i Mezzabarba si sono rivelati dei validi alleati. I vecchi patti tengono un legame ancora solido e spero che da ciò possa finalmente fruttare qualcosa.
Ho infatti avuto il piacere di trascorrere molto tempo a contatto con Cesare Mezzabarba, essendo stati noi incaricati dell’avanguardia del gruppo, e si è rivelato un ottimo compagno. Inoltre anche lui nutriva forti dubbi sull’operato del Dogma, anche in relazione a molti dettagli di questa missione che ci erano stati tenuti nascosti.
Tornando al nostro viaggio. Il percorso è stato tortuoso e reso assai difficile a causa dei terribili incubi che hanno costellato tutte le nostre notti, insieme alla misteriosa morte delle guardie dogmatiche che ci accompagnavano. Questi fatti, avvenuti in cima a monti avvolti dalla nebbia più profonda, sono stati probabilmente legati a quello che stavamo trasportando.

Quello che il Dogma aveva chiamato ambasciatore era in realtà una strana creatura dalle fattezze umanoidi, con pelle bluastra e orecchie a punta, chiaramente torturata e maltrattata più e più volte. Siamo riusciti a fatica a tirarla fuori dalla carrozza e portarla fino a destinazione, ove si è ricongiunta con un terribile abominio dall’apparente aspetto umano ma composto principalmente da lunghi tentacoli.
Ci è stato anche riferito un messaggio da parte della creatura: “Il Grande Divoratore si sta risvegliando, temetelo”. Non sappiamo se si tratti di una dichiarazione di guerra o meno, dato che siamo riusciti a ritornare in Città senza troppi problemi. In ogni caso il Siniscalco è stato informato di tutti gli avvenimenti e noi Cacciatori siamo pronti a respingere ogni nemico che minacci la nostra gloriosa Città.

Durante questi giorni ho avuto anche il piacere di rincontrare Otello, il Maat che mi ha accompagnato durante gli avvenimenti della biblioteca. Abbiamo ufficializzato la nostra alleanza, che ovviamente dovrà rimanere segreta, giammai una Nobile Famiglia come quella dei Bottigella si farà trovare in compagnia di un essere non umano. Ma questa è infatti la forza di questo patto, loro potranno muoversi in quegli ambienti dove noi saremmo troppo riconosciuti, garantendoci vantaggi strategici. E in caso, li si può sempre denunciare al Dogma come eretici.
Nell’attesa di raccogliere i frutti di questa intesa, ti auguro un buon riposo figliolo, ricordati sempre che tuo padre ha tanta stima di te.
Vittorio Emanuele Bottigella

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