DISCLAIMER: Codex Venator è una campagna condivisa per Dungeons & Dragons 5° Edizione, creata da Andrea Lucca, Alex Melluso ed Enrico Romeo. L’ambientazione tratta temi quali razzismo; misoginia; violenza esplicita; estremismo religioso; esperimenti su creature viventi; abuso di potere; limitazioni alla libertà personale e occultismo. Non si tratta di un’ambientazione dalle tematiche leggere e, per questo motivo, è bene che la lettura sia riservata ad un pubblico adulto.
In nessun caso gli autori di questi racconti, delle avventure di Codex Venator o di altro materiale da esso derivato intendono appoggiare o giustificare comportamenti illegali e lesivi della dignità delle persone.
L’Ordo Fabularis ringrazia la Magister Sermonis Alice Gritti per aver scritto il racconto.

Il bacino nel quale si trovava l’oscura città di Y’ha-nthlei, dopo lo sterminio ordinato dai Terzaghi, si offriva alla vista in tutto il suo tetro splendore. Non vi era luce nei cunicoli che portavano all’ampio spazio, ormai prosciugato e deserto, e strane sensazioni di inquietudine accompagnavano quei folli che osavano avventurarsi nell’oscurità.
Per sorvegliare una spaccatura nel muro, nel quale Sandro Terzaghi si era incamminato da solo, erano state scelte due guardie della Famiglia. Protetti dalla loro armatura e dai sigilli di protezione del loro condottiero, i due avevano da tempo compreso che per sconfiggere la paura avrebbero potuto pregare, raccontarsi storie o ricordare cosa gli attendeva una volta tornati a casa.

Quel giorno, o forse quella settimana (lo scorrere del tempo, immersi nelle tenebre, diventava complesso da seguire), l’argomento di conversazione erano state le gesta di Sandro. L’uomo che li comandava, e che aveva ordinato di proteggere quell’ingresso, aveva deciso di affrontare il buio e l’oscurità al suo interno per ragioni di studio e ricerca.
Certo, le due guardie non sapevano cosa fosse venuto a cercare il Capofamiglia, ma la sicurezza con cui li aveva condotti fino a quel luogo bastava a infondere loro coraggio. Vi era stato un tempo in cui Sandro Terzaghi era stato un baluardo per la Città di Milano; se non fosse stato per lui quel giorno io e te saremmo morti di sicuro…

La spada si abbatté sulla testa dell’abominio, inondando di sangue l’armatura del Nobile Terzaghi mentre la creatura agonizzava sotto i suoi occhi. Accanto a lui vi erano esponenti di tutte le maggiori Famiglie di Milano, intenti anch’essi a terminare lo sterminio di quei mostri. In quel momento Sandro trovò forza nella consapevolezza che, tutti insieme, i Nobili Cacciatori di Milano avrebbero potuto respingere qualsiasi oscurità minacciasse la Città. Erano chiamati ad un alto compito, poiché la popolazione e le guardie cittadine non avrebbero potuto affrontare con altrettanta minaccia gli abomini.
Messer Terzaghi riteneva che Milano sarebbe stata al sicuro, fino al giorno in cui le Famiglie avrebbero ricordato la loro missione. Il Supremo Inquisitore e il Principe Siniscalco avrebbero fatto di tutto per dividerli, quasi se lo aspettava, ma avrebbero saputo resistere alle lusinghe e alle minacce. Non erano chiamati Nobili Cacciatori per nulla, no?

Purtroppo le due guardie dovettero concordare sul fatto che le previsioni di Sandro Terzaghi si fossero rivelate un po’ troppo ottimistiche. Non era stato sciocco, ovviamente, ma intrepido e idealista, così come si confaceva ad Nobile Cacciatore. Quello spirito puro si era poi dovuto fare risoluto e severo, per salvare la Famiglia Terzaghi. Gli abissi della politica meneghina avevano inghiottito lentamente Sandro, costringendolo non solo a sporcarsi le mani, ma anche ad accettare cose che un tempo avrebbe rifiutato categoricamente. Forse non avrebbe potuto sopportare tutta quella oscurità, se dentro di lui non ci fosse stato un cuore forte e saldo. Una delle due guardie si sporse in avanti, facendosi pensierosa. Quando per la prima volta usò quel tono di voce…

Il pugno di Sandro si abbattè sul tavolo, ammutolendo tutti i Nobili Cacciatori della Famiglia. Intorno a lui regnavano divisioni, dissenso e dubbio. Raramente le persone presenti lo avevano visto adirato o anche solo alterato ma, in quella circostanza, era necessario essere severi e incisivi. Dovevano tutti affrontare la realtà: i Terzaghi erano senza guida. Da quando Leone era stato imprigionato, la Frusta si era occupato di amministrare gli affari della Famiglia. Purtroppo, dato l’impeto focoso del giovane e la sua predilezione per la battaglia piuttosto che per la politica, avevano rischiato troppo. Sotto il loro naso la Famiglia era stata attaccata su tutti i fronti, e avevano rischiato di di perdere tutto.
L’ultimo avvenimento, la scoperta del doppiogiochista Della Torre tra le loro fila, non aveva fatto altro che esacerbare una situazione già grave e complessa. Sandro non avrebbe più tollerato di vedere i Terzaghi deboli, divisi, alla mercé dei propri avversari politici.

Quel giorno il Nobile Cacciatore si trasformò in un Capofamiglia. Il suo cuore, stanco dei tradimenti, dei conflitti di Milano e della politica, si fece duro e severo. Niente sarebbe stato lasciato al caso e nessun torto sarebbe rimasto impunito. I Della Torre, giurò a se stesso, sarebbero stati i primi a sentire la sua ira.

Dopo la concessione dei territori da parte del Siniscalco ai Terzaghi, la Famiglia aveva ottenuto abbastanza potere e conoscenza da poter reclamare un ruolo protagonista a Milano. Grazie all’Idroscalo, Sandro aveva dato il via alla costruzione della loro fortezza, estraendo dal terreno ricchezze e materiali preziosi che avevano portato prosperità e ricchezze alla Famiglia.
Le brutte notizie non erano tuttavia ancora terminate per il grande Capofamiglia. I Nobili Cacciatori della Città avrebbero deluso Sandro Terzaghi un’ultima volta, prima di sparire sotto la protezione di Leonardo Da Vinci. Le due guardie cominciarono a raccontare una terza volta; rammenti la sua espressione quando…

Nuovamente l’arma di Sandro Terzaghi si abbattè sulla creatura, ponendo fine alle sue sofferenze. A differenza di molte altre Cacce, non era uno sconosciuto l’essere che aveva appena ucciso. Un tempo era stato un Nobile Cacciatore di Milano, aveva riso e sofferto per la Città, ma alla fine i loschi intrighi nei quali tutti loro erano stati coinvolti lo avevano cambiato. Inseguire la conoscenza proibita, accettare offerte in grado di corrompere il Sangue, perché quelli sciocchi si erano spinti a tanto?
Senza concedere tregua a nessuno, la spada calò ancora, tranciando di netto un non morto che gli era stato spedito contro da Gianmaria Odescalchi. Alla pacatezza che lo contraddistingueva, e che raramente lo aveva abbandonato, il Capofamiglia Terzaghi aveva permesso alla furia di dominarlo in quella battaglia campale per la sopravvivenza di Milano. I giochi politici erano finiti e tutti avevano svelato le proprie carte, rivelandosi per i mostri che erano sempre stati. Una volta tanto, comprendeva lo stesso sentimento e la stessa energia che scorrevano nella Frusta.
Sandro non sapeva se avrebbe visto il calar del sole, o l’alba del giorno successivo, ma sarebbe morto con la sua arma ben stretta tra le mani. I Terzaghi rappresentavano una delle migliori probabilità di Milano di non venire rasa al suolo dall’orda abominevole degli Odescalchi.
Lo sguardo del Principe Siniscalco Malus era su di loro… ma non era l’unico. Uno spettatore silente stava aspettando il giusto momento per fare la sua comparsa. Sandro si stava per abbattere su Gianmaria Odescalchi quando un’ombra nera oscurò il cielo. 

I racconti delle due guardie vennero interrotti quando sentirono dei passi giungere nella loro direzione. Nel buio era difficile riuscire a intravedere qualcosa ma, si domandarono, erano davvero Nobili Cacciatori di Milano quelli che si stavano avvicinando?

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