Rientrato a Milano, dopo la spedizione nelle terre dei Terzaghi, giunse alla mia attenzione una missiva da Pavia. Durante le trattative per le spoglie della Tauromachia mi era stata anticipata la situazione ma soltanto al mio arrivo in città compresi la portata di un simile evento. 

Diversi Nobili Cacciatori, provenienti da ogni parte della penisola, erano stati convocati a Pavia per una competizione agonistica di sterminio. A quanto appresi dalle parole degli abitanti, la città aveva un “terreno di allenamento” per giovani Cacciatori. All’interno di quella terra era stata edificata un’arena per racchiudere alcuni abomini particolarmente pericolosi, giunti in maniera inspiegabile a Pavia. La situazione mi pareva fin troppo insolita ma, dopo tutto, la mia missione non poteva venir meno solo per la natura della competizione. Avrei trovato e sterminato abomini. Il fatto di non avere a che fare con esseri umani, per una volta, avrebbe reso la Caccia più eccitante.

Mentre il Supremo Inquisitore ci illustrava la situazione, ci dividemmo in gruppi ed eleggemmo il nostro capo. Questa volta accettai di buon grado di lasciare a qualcun altro l’onere di guidare, preferendo rimanere nelle retrovie a godermi la battaglia. A Milano vi era politica ovunque, anche nella lotta agli abomini, sarebbe stato bello potersi semplicemente sfogare.

Ed è a questi punto che i ricordi spariscono. Posso ancora sentirli, nella mia mente, ma non riesco a raggiungerli. Forse la Straordinaria Realtà me li rende inaccessibili, forse qualche abominio ha occultato la sua presenza dalla nostra memoria. Quello strappo nel tessuto dei miei ricordi mi tormenta ancora mentre scrivo queste parole. Cosa può essere accaduto? Probabilmente nell’arena era accaduto un qualche incidente ma le mie indagini successive non rivelarono molto. Il luogo era bloccato e, come se non bastasse, soggetto a riparazioni. Come se ciò non bastasse, le famiglie di Pavia ricevettero la visita di un messo dell’Eterno Conclave, in viaggio verso la città per indagare sullo strano comportamento del Supremo Inquisitore. In che cosa mi ero cacciato? Quella figura elusiva poteva essere la chiave per molte cose, ma non riuscii mai a rimanere solo con l’uomo dall’anello dorato.

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